Battaglia di Staffarda

OGGI 18 AGOSTO RICORDIAMO…
1690
GUERRA DELLA LEGA D’AUGUSTA O DEI NOVE ANNI (1688 – 1697)
BATTAGLIA DI STAFFARDA
LOCALITÀ NEI PRESSI DEL COMUNE DI REVELLO (CUNEO)
POSTO TRA CUNEO E PINEROLO
ARA DI GLORIA DELLE GUARDIE PIEMONTESI
La BATTAGLIA di STAFFARDA fu uno degli eventi più sanguinosi del conflitto che Luigi XIV iniziò contro Vittorio Amedeo II di Savoia.
Il 1690 era il terzo anno della guerra dei nove anni.
La guerra della Grande Alleanza, detta anche guerra dei Nove Anni o guerra della Lega d’Augusta o guerra di successione del Palatinato, fu un vasto conflitto svoltosi tra il 1688 e il 1697 prevalentemente nell’EUROPA CONTINENTALE, ma che coinvolse anche come teatri secondari l’IRLANDA ed il NORD AMERICA.


Essa si colloca nel contesto della grande sfida fra la casata dei Borbone e quella degli Asburgo, nonché del lungo duello personale tra Guglielmo III d’Orange e Luigi XIV.
Il duca Vittorio Amedeo di Savoia disponeva di soli 8.000 uomini in armi.
Il Re Sole chiese che 2.000 fanti e tre Reggimenti di Dragoni di Vittorio Amedeo fossero inviati nei PAESI BASSI o alternativamente contro gli Spagnoli di MILANO e che le FORTEZZE di VERRUA e TORINO venissero occupate dai Francesi, altrimenti «il duca sarà punito in modo da ricordarsene per tutta la vita».
Vittorio Amedeo offrì allora la sua alleanza alla LEGA di AUGUSTA purché gli venisse assicurato l’abbattimento delle MURA di CASALE.
Vittorio Amedeo II stava attendendo l’arrivo di 5.000 imperiali ma quando gli fu riferito che l’ammontare effettivo delle truppe francesi del Catinat era di soli 12.000 uomini, pensò di poterle affrontare con le proprie forze e i 10.000 spagnoli.
L’esperto Generale degli imperiali, Principe Eugenio di Savoia, come anche il Marchese di Louvigny, comandante delle truppe spagnole, erano di parere CONTRARIO.
Ma Vittorio Amedeo, seguendo il suo giovanile entusiasmo, ATTACCÒ IMMEDIATAMENTE.
Il terreno era acquitrinoso e malsano.
Vittorio Amedeo volle schierare le sue truppe su due linee, appoggiando l’ala destra ad un terreno paludoso e quella sinistra al FIUME PO.
Il centro delle truppe era costituito dal fior fiore della cavalleria spagnola e piemontese.
Infine, vennero occupate le CASCINE intorno a STAFFARDA, ma non venne giudicato importante appropriarsi anche di una VECCHIA DIGA, posizione importante per poter colpire il fianco francese, mentre fu lasciato, tra una CASCINA e l’altra, troppo spazio vuoto, che avrebbe permesso al Catinat d’incunearsi tra le file piemontesi.
Il Catinat ordinò ai suoi Dragoni di travolgere le truppe poste a difesa delle CASCINE: i piemontesi vennero intimoriti dall’avanzata nemica e dovettero ritirarsi.
Vittorio Amedeo faticò non poco per riprendere le postazioni originarie, ma ormai il Generale di San Silvestre era riuscito ad incunearsi al centro del CAMPO di BATTAGLIA e la sorte dello scontro appariva segnata.
Mentre ciò avveniva, Catinat ordinò alla seconda linea di avanzare: l’impatto fu tale che il FRONTE SABAUDO si disperse e Vittorio Amedeo dovette ordinare la RITIRATA.
La RITIRATA dell’esercito sabaudo fu coperta dalle Guardie (gli odierni Granatieri di Sardegna) e dai Dragoni a cavallo, mentre il grosso ripiegò su CARIGNANO e MONCALIERI.
Piemontesi e Spagnoli ebbero 2.800 morti, 1.200 prigionieri, 2.700 feriti e persero 11 cannoni su 12; il Catinat e i francesi ebbero 2.000 morti.
Approfittando del successo, il Catinat occupò SAVIGLIANO e SALUZZO e distrusse CERESOLE.
Nella BATTAGLIA di STAFFARDA le Guardie ebbero l’onore di essere le prime truppe d’ordinanza piemontesi che si scontravano a fuoco contro truppe non italiane.
In effetti il “Battesimo del fuoco” le Guardie lo avevano già ricevuto il 6 luglio 1663 ad ANGROGNA nella GUERRA CONTRO i VALDESI e poi, successivamente, il 18 luglio 1672 a PONTE di MOZZO nella GUERRA CONTRO la REPUBBLICA di GENOVA, ma questa di STAFFARDA fu la prima “vera” BATTAGLIA in CAMPO APERTO contro un esercito STRANIERO ed INVASORE.
Per questo motivo le Guardie non solo iniziano oggi la storia organica dell’Esercito, che ai giorni nostri è quello Italiano, ma per il coraggio ed il valore dimostrati in combattimento, ne iniziano molto bene la storia anche sotto l’aspetto tattico-militare