L’AERONAUTICA HA FATTO CENTO
Aeronautica, aviazione, Arma azzurra, tanti nomi per identificare la Forza Armata del cielo che quest’anno compie cento anni.
Iniziò il Regio Esercito in colonia a sfruttare le possibilità offerte dal nuovo futuribile veicolo volante. Nei cieli della Libia sfrecciavano, per quanto possibile, i primi velivoli ad uso militare per consentire esplorazione, sorveglianza e ricerca nello “scatolone di sabbia” come qualcuno disse circa il nuovo possedimento coloniale.
Pochi anni dopo ci pensò la grande guerra a decretare l’importanza della nuova forma di lotta per il dominio del cielo, spazio necessario per la conduzione in sicurezza delle manovre terrestri ovvero per portare sostegno alle proprie fanterie attaccando quelle nemiche anche dall’aria.
Finita la grande guerra il Corpo Aeronautico Militare dell’Esercito, superati gli ordinamenti Albricci del 1919, Bonomi del 1920, per effetto del quale sarà considerata come un’Arma, la più giovane dopo il Genio, troverà la sua strada con l’Ordinamento Diaz del gennaio 1923.
Insieme alla Bandiera di Guerra dell’Arma Aeronautica, Vessillo e denominazione appena assegnati alla nuova arma dell’Esercito, nomi di Eroi del cielo quali Baracca, Maggiore di Cavalleria, o Salomone, Maggiore del Corpo di Amministrazione o Cabruna, Maggiore dei Carabinieri per citarne alcuni, entrarono nel Pantheon della nuova organizzazione.
Proprio dal primo mese dell’anno l’Arma Aeronautica lascia l’Esercito e viene posta alle dipendenze di un Commissariato per l’Aeronautica cui si uniscono gli idrovolanti della Marina, con il compito di avviare il percorso che, al di là della legge che ne sancirà la nascita il 28 marzo 1923, dovrà renderla terza Forza Armata a fianco di Esercito e Marina.
Auguri!