Parole e immagini per raccontare il significato del giuramento e i valori che guidano i militari di tutte le generazioni

Nel Sacrario delle Bandiere delle Forze Armate è stato presentato il CalendEsercito 2026, dedicato al tema “Lo giuro”, che celebra l’80° anniversario della legge del 1946 che ha definito la formula del giuramento militare. Alla cerimonia hanno partecipato il Sottosegretario alla Difesa Isabella Rauti, il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Gen. C.A. Carmine Masiello, e numerose autorità civili, militari e religiose. Il calendario racconta i valori fondanti dell’Esercito – Patria, disciplina, onore, dovere, valore e lealtà – attraverso illustrazioni realizzate a mano e testi scritti dagli allievi degli Istituti di Formazione, che offrono la prospettiva delle nuove generazioni sul significato del giuramento. Nel suo intervento, il Sottosegretario Rauti ha sottolineato l’importanza di trasmettere i valori militari nel mondo digitale, ricordando la necessità di affrontare le nuove minacce ibride, soprattutto nel dominio cyber.
Il Gen. Masiello ha evidenziato che i valori militari non sono concetti astratti, ma la “bussola” che guida ogni soldato nella scelta quotidiana di servire la Patria.Il Dott. Gianfranco Astori, Consigliere del Presidente della Repubblica, ha richiamato il ruolo della Costituzione come fondamento dell’agire militare, mentre il Gen. C.A. Roberto Jucci ha riportato la sua esperienza personale, ribadendo il significato profondo delle parole “Lo giuro” lungo tutta la carriera. Il CalendEsercito 2026 vuole essere un ponte tra generazioni, un’opera che invita a riflettere sul valore del giuramento e sull’impegno dei militari in un tempo segnato da innovazione tecnologica e nuove forme di conflitto.
Parte del ricavato sarà devoluto all’O.N.A.O.M.C.E., a sostegno degli orfani del personale militare dell’Esercito.Il calendario, giunto alla sua ventinovesima edizione, sarà disponibile nei punti vendita Giunti Editore. Fonte originale:
 Ufficio Stampa Esercito Italiano – “Presentazione CalendEsercito 2026: ‘Lo giuro’”, pubblicato sul portale istituzionale dell’Esercito Italiano. (Leggi l’articolo orginale)  

L’Ente Editoriale per l’Esercito e la lotta ai tumori del seno

Il Presidente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione, Gen. C.A. (ris) Antonio Vittiglio, assieme ad altri componenti del CdA, hanno incontrato presso la sede dell’Ente Editoriale per l’Esercito il Ten. Col. Giulia Cornacchione, promotrice dal 2016 della partecipazione di una squadra dell’Esercito Italiano alla Race for Cure, la più grande manifestazione in Italia di sport e solidarietà dedicata alla lotta contro i tumori del seno. Durante l’incontro, sono state esplorate le possibili attività che l’Ente Editoriale per l’Esercito può condurre a sostegno della prevenzione dei tumori del seno ed altre patologie oncologiche del personale femminile della Forza Armata e dei loro familiari, in linea con uno degli scopi perseguiti dalla Fondazione, di favorire il benessere del personale, in servizio e in quiescenza, dell’Esercito Italiano. “La passione e la determinazione del Ten. Col. Cornacchione nel portare avanti questa sua “missione”, rivolta a promuovere la prevenzione dei tumori del seno ed a sostenerne la ricerca e l’educazione del personale femminile dell’Esercito – ha dichiarato il Gen. Vittiglio al termine della riunione – è di esempio per noi e stimolo per la Fondazione a perseguire la strada della diffusione in Forza Armata della cultura della salute.”

L’Ente Editoriale per l’Esercito dona il diario scolastico “Esercito 25-26”

Nella giornata del 7 ottobre 2025, rappresentanti dell’Ente Editoriale per l’Esercito hanno donato 150 copie del Diario scolastico “Esercito 25-26” – l’ultima produzione editoriale della Fondazione, rivolta agli studenti delle Scuole Medie di 1° grado – ad associazioni di volontariato no-profit che operano sul territorio romano. Il Generale Matteo Paesano ed il Generale Claudio Petrassi, membri del Consiglio di Amministrazione della Fondazione, si sono recati, come l’anno scorso, presso l’Ospedale pediatrico “Bambin Gesù” ed hanno donato 100 copie del Diario all’Associazione “I Ragazzi della Luce”, sodalizio a sostegno del reparto di oncoematologia dello stesso nosocomio. A ricevere gli appartenenti dell’Ente Editoriale per l’Esercito, la Signora Elena Adduci e la Signora Raffaella Maiali dell’Associazione, che hanno ringraziato la Fondazione per il sostegno che, anche quest’anno, hanno ricevuto a favore dei “ragazzi di oncoematologia”. Nella stessa giornata, il Colonnello del Corpo Volontario Militare della Croce Rossa Italiana Giuseppe Scrofani si è recato, per conto della Fondazione, presso la sede dell’Associazione “Peter Pan”, che accoglie ed assiste i pazienti affetti da patologie oncologiche pediatriche e le loro famiglie che giungono a Roma per curarsi, dando gratuitamente una casa per tutto il tempo delle cure. Nelle mani della Signora Angela Perro dell’associazione, il Colonnello Scrofani ha donato 50 copie del nostro Diario. Con questi gesti, la Fondazione “Ente Editoriale per l’Esercito” si pone al fianco di chi sostiene questi piccoli pazienti nella loro quotidiana lotta alla malattia.

Incontro tra Comitato Scientifico e CdA della Fondazione

Si è tenuta il 17 settembre 2025, presso la sede del Circolo Ufficiali dell’Esercito Pio IX, la prima riunione del Comitato Scientifico con il Consiglio di Amministrazione. L’incontro ha rappresentato un importante momento di dialogo tra i due Organi della Fondazione con l’obiettivo di rafforzare la sinergia tra la visione scientifica e l’azione amministrativa, in coerenza con la missione della Fondazione. La riunione ha confermato l’importanza del ruolo del Comitato Scientifico nella funzione propositiva per la Fondazione. Al termine della riunione è stata ribadita, dai membri del Comitato Scientifico e del CdA, la volontà di costruire un percorso condiviso, al fine di definire le linee strategiche della Fondazione, a valutare i vari progetti editoriali, a proporre iniziative culturali e a garantirne la qualità, unendo la visione amministrativa con la competenza scientifica per il raggiungimento degli scopi della Fondazione.

Attivato il centro di supervisione nazionale (ce.s.na.) della rete Land Mobile Radio

A cura del Ten. Col. t. (tlm) Michele SFORZA   Land Mobile Radio, un sistema di Comando e Controllo che si integra con le reti dati della Difesa,garantendo l’interoperabilità con assetti di comunicazione tattica e sistemi analoghi delle Forze di Polizia e della Protezione Civile.   Il continuo impiego delle unità della Forza Armata nell’operazione “Strade Sicure” per specifiche ed eccezionali esigenze di prevenzione della criminalità e nell’ambito di operazioni per la gestione delle calamità naturali, nonché dei grandi eventi con peculiarità tipiche delle Protezione pubblica e soccorso in caso di catastrofe, ha suggerito l’esigenza di dotarsi  di un sistema di Comando e Controllo radio Mission Critical, con estensione geografica nazionale, in grado di garantire le comunicazioni voce e dati sicure ed il tracciamento delle forze, anche in scenari in cui le reti di telecomunicazioni pubbliche potrebbero venir meno.   Al fine di consentire l’esercizio del Comando e Controllo (C2) del Sistema, è stato inaugurato recentemente a Palermo,presso la Caserma “E. Turba”, sede del 46° reggimento trasmissioni, il Centro di Supervisione Nazionale (Ce.S.Na.) della rete Land Mobile Radio,alla presenza del sindaco di Palermo, dott. Roberto Lagalla e numerose Autorità militari, istituzionali locali e rappresentanti della Protezione Civile.   L’esperienza maturata negli anni ha evidenziato l’importanza di poter disporre di un sistema proprietario, tecnologicamente avanzato, in grado di assicurare le funzioni di coordinamento e C2 fin dalle prime fasi di un intervento in emergenza della Forza Armata in modo da poter condividere con immediatezza le informazioni tra le unità intervenute sul terreno e i vari livelli di comando. In tale contesto, la rete radio nazionale deve poter essere interoperabile con i sistemi di comunicazione utilizzati dai principali stakeholder nazionali con i quali le Forze Armate operano regolarmente (Forze di Polizia, Protezione Civile, Vigili del Fuoco, Croce Rossa, ecc.).   Il sistema Land Mobile Radio (LMR), basato su infostruttura di rete a tecnologia Digital Mobile Radio (DMR) e Long Term Evolution (LTE/5G), identificata anche con il nome T.O.M. 2 (rete Tattica Operativa Mobile) è pensato come un insieme di diverse funzionalità che, combinate tra loro, forniscono un sistema nazionale di C2 integrato, efficiente e dinamico, capace di adattarsi ai diversi scenari operativi.   Le componenti software C2 di tipo cartografico,consentono di avere la situational awareness, attraverso comunicazioni voce, scambio dati e force tracking delle unità dispiegate sul terreno.     La radio a standard DMR, componente principale servizio LMR è il vettore di trasporto digitale scelto per garantire la copertura nazionale mission critical e per rendere un servizio radio push to talk.     Inoltre, l’applicativo Radio over LTE(Long Term Evolution), consente di inviare immagini, video, file e stabilire chiamate push to talk, attraverso smartphone e dispositivi commerciali.     La verifica e la validità di tutte le procedure tecnico-operative per la gestione del sistema, comprese quelle di disaster recovery, sono state oggetto dell’esercitazione “Calatafimi 2023”, a guida 46° Reggimento Trasmissioni, al termine della quale è stata sancita, l’Initial Operation Capability (IOC) del Centro di Supervisione Nazionale della Rete Land Mobile Radio, ovvero l’operatività di primo livello dello stesso.     Il sistema è stato installato nel primo teatro operativo quale capacità abilitante del Joint Task Force Lebanon – Sector West (JTFL-SW). La Task Force C5 su base 7° Reggimento Trasmissioni del Comando Trasmissioni, ha installato i primi elementi e realizzato la sala di controllo del sistema all’inizio del mandato dell’Operazione “LEONTE XXXIII”.   Il raggiungimento del risultato sancisce l’inizio di una nuova fase che prevede la realizzazione in ulteriori quattro posti ripetitori al fine di garantire una copertura ottimale di tutta l’Area of Responsability (AoR) della JTFL-SW.   Grazie alla nuova capacità, il Contingente del Sector West può contare su servizi avanzati sicuri, via radio, di comunicazione, comando e controllo che vanno dalla tradizionale chiamata voce (singola e di gruppo), alla messaggistica istantanea, al force tracking, con la possibilità di disattivare da remoto eventuali terminali sottratti e/o smarriti. La completa installazione e messa in opera del sistema consentirà il “potenziamento delle capacità di Comando e Controllo (C2) dello Strumento Terrestre” e di venire incontro alle richieste delle Unità di Manovra relative all’impiego del sistema di comunicazione LMR, sia come capacità radio sia come capacità radio over long term evolution (LTE).   Il raggiungimento della Full Operational Capability (FOC) del sistema, prevista nel 2026, consisterà nell’estensione del servizio a tutte le aree del territorio nazionale di interesse per le attività di controllo del territorio, operative, addestrative e logistiche della Forza Armata.   In tale contesto, il Ce.S.Na. di Palermo, risulta il punto di riferimento nazionale per la gestione e l’ampliamento della rete, in linea con l’obiettivo comune dei reggimenti trasmissioni dell’Esercito, di essere oggi come ieri, proiettati nel futuro per essere più competitivi domani, continuando ad essere rilevanti oggi.   Articolo pubblicato sul periodico ANGET N4/2023 – Associazione Nazionale Genieri e Trasmettitori   www.anget.it

Surrogati, succedanei ed invenzioni del periodo bellico che ancora utilizziamo

Di Alberto Corbelletti   Le guerre infliggono sofferenze e danni ad intere popolazioni.   Sin dall’antichità i governanti di paesi belligeranti si avvalgono della scienza per sviluppare contromisure o, se possibile, strumenti per prevalere sull’avversario.   In tempo di guerra, strategie politico-economiche portano al varo di provvedimenti sanzionatori, i quali gravano sulla popolazione, razionando il consumo di alcuni beni di produzione interna e limitando, o addirittura vietando, l’importazione di altri.     Molte sono le scoperte tecnologiche dei periodi bellici, sovente casuali, che hanno portato allo sviluppo di apparecchi e materiali tutt’oggi di uso comune e presenti nelle nostre abitazioni. Le restrizioni economiche hanno, di pari passo, favorito la ricerca di alimenti, medicamenti alternativi: surrogati e succedanei. La storia racconta che in ambito alimentare molti di questi erano, come Totò definì un surrogato del caffè, “una ciofeca”. Altri pseudo medicamenti, creati da fantasiosi imprenditori, erano privi di ogni utilità se non quella di generare profitto al venditore. Nel periodo della Grande Guerra medie industrie si ingrandirono a dismisura grazie a contratti, poco convenienti per lo Stato, fornendo all’Esercito, a volte misti alla quantità, materiali di dubbia qualità. Piccoli industriali e commercianti, sfruttando la carenza o l’assenza di prodotti, si inventavano alternative che riuscivano a vendere con stratagemmi pubblicitari, fino a che veniva scoperta la loro inefficacia. Non mancavano le truffe come l’aggiunta di segatura di legno a crusca e farina. Si diffusero la “Butirrina”, ossia un burro artificiale della ditta Chierichetti & Torriani, il Fox-Caleur, un prodotto inglese che, diluito in acqua e irrorati con carbone o legna, illudeva di aumentarne il potere calorifico del 50%.       Nel settore farmaceutico la ditta del Chimico Farmacista cav. dott. P. Colombo commercializzava l’antiparassitario “Distruttore Indiano”, ovvero una polverina che poteva essere utile ai soldati contagiati da parassiti e, tra altri prodotti, anche la bevanda “Bordolese Rosata” proposta come “preferibile al vino”.   L’industria chimica Zambelletti “riprodusse” l’antiluetico “Salvartan” derivato dall’Arsenico e primo farmaco di sintesi ottenuto dal tedesco P. Ehrlich nel 1909. Noto anche col nome di “Composto 606”, esso preveniva e curava la Sifilide e la Tripanosomiasi, l’infezione causata dalla puntura della mosca Tse-Tse.     La Grande Guerra portò ad innovazioni ma, considerando le conoscenze e le tecnologie del tempo, pur risultando utilissime sono da considerarsi dei “prototipi”. Nel primo dopoguerra e nel corso della Seconda Guerra, quanto si era sperimentato e utilizzato venne perfezionato e, mutate le esigenze, nuove apparecchiature e nuovi materiali vennero studiati, impiegati e affinati fino a diventare di uso comune ai giorni nostri. La ricerca scientifica era sempre orientata alla ricerca di sostituti ai carenti prodotti naturali. Vediamone alcuni.   Il PVC, lo ottenne per la prima volta il francese H.V. Regnault nel 1838 e poi il tedesco E. Baumann nel 1872. Entrambi casualmente dal gas di cloruro di vinile, sintetizzarono un materiale solido difficile da lavorare. Due anni prima della Grande Guerra, il tedesco F.H.A. Klatte, brevettò la tecnica della polimerizzazione con luce solare del cloruro di vinile rendendo il PVC lavorabile. La commercializzazione iniziò negli anni ‘20 con la crisi degli Stati Uniti come valido sostituto alla gomma naturale. Con la II^ Guerra, fu adottato come isolante per i cablaggi elettrici delle navi da guerra. In ambito civile, e di qualità migliore, per l’Arma del Genio e Truppe da Sbarco, si usa per gommoni, tensostrutture, etc. Negli anni ‘50 durante la Guerra di Corea, si iniziò ad usarlo per le sacche di sangue.   Nel 1913, J.E. Brandenberger inventa il CELLOPHANE che data la notorietà non necessita di descrizioni.   Il TEFLON: nell’aprile del 1938 R.J. Plunkett mentre stava lavorando con gas refrigeranti si accorse che un campione di Tetrafluoroetilene, compresso e congelato, si era polimerizzato dando origine ad un materiale solido simile alla cera che chiamò TEFLON (Politetrafluoroetilene) il cui simbolo sarà PTFE.     Per le caratteristiche di anti aderenza, impermeabilità, elevata resistenza a calore e corrosione ed intaccamento da sostanze volatili, venne subito impiegato come rivestimento per ridurre il precoce deterioramento di tutto ciò che veniva a contatto con l’Uranio. Militarmente (formulazione Du Pont) lo si impiegò nella costruzione dei primi ordigni nucleari. In elettronica è ottimo per evitare contaminazioni da agenti chimici nella realizzazione di semiconduttori e resine sigillanti. Per l’alta resistenza, il basso attrito, la ridotta usura e alta scorrevolezza, lo si usa in meccanica, carpenteria, etc.. La possibilità di miscelarlo ad antimicrobici soddisfa i requisiti per l’impiego medicale (strumenti sterilizzabili in autoclave) e ortopedico. Dall’originale PTFE commercializzato dal 1946, nel tempo si introdussero sul mercato il FEP dal 1960, l’ETFE dal 1970 e il PFA dal 1972. Gli impieghi più comuni, per leggerezza e resistenza a condizioni estreme sono: trattamento antiaderente per pentole, rivestimento per sacchi a pelo e indumenti, tutti gli usi dove è richiesto ritardo alla fiamma o non infiammabilità, attuatori aeronautici, ecc.. Per lubrificare armi, anche ad alta cadenza di tiro, si usa Olio al Teflon.   Il NYLON (Poliammide) fibra sintetica a basso costo realizzata da W.Carothers nel 1935 per la Du Pont.     Sostituto di fibre tessili artificiali come Rayon e Acetato ricavati dalla Cellulosa, trova ampio impiego militare (NYLON 6.6) per la costruzione di paracadute, alianti, cordame di varie dimensioni, reti, zaini, cinture, portamunizioni, vestiario e molteplici applicazioni fino alle calze per signore. Rende l’idea lo slogan pubblicitario dell’epoca: “resistente come l’acciaio e delicata come una ragnatela”.   Il PET: alla ricerca di una fibra tessile sintetica per sopperire alla carenza di seta giapponese e nylon per l’esercito americano, approfondendo le ricerche di W.Carothers, J.R.Whinfield e J.T.Dickson, realizzarono casualmente questo poliestere (glicole etilenico e acido tereftalatico). Composto da petrolio, gas naturale e materie vegetali (da 1,9 Kg di petrolio si ottiene 1 Kg di PET), è riciclabile al 100% e se incenerito libera nell’aria vapore acqueo, ossigeno e anidride carbonica. Il riutilizzo dopo il riciclaggio, permette di risparmiare il 50% dell’energia necessaria per produrne di nuovo. Essendo infrangibile, igienico, incolore, leggero (una bottiglia da 1,5 litri pesa 30 gr) resistente al calore e possedendo una elevata trasmissione luminosa, già dagli anni ‘70 si utilizza per contenitori di bevande, cibi ed imballaggi; a

Il treno del ricordo da Trieste a Taranto

Del Generale Mario Pietrangeli   “Il ricordo degli esuli giuliano dalmati, il ricordo dei tanti militari che non aderirono alla repubblica sociale di Salò, il ricordo dei tanti italiani morti nelle Foibe”.   Un treno per ripercorrere l’esodo giuliano-dalmata a quasi vent’anni dall’approvazione della legge 30 marzo 2004, n.92, che ha istituito il Giorno del Ricordo “al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.     Il Treno del Ricordo, progetto nato da una risoluzione della VII Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei deputati, è promosso dal Ministro per lo Sport e i Giovani, co-finanziato attraverso la Struttura di missione per gli anniversari nazionali ed eventi sportivi nazionali e internazionali e realizzato dal Gruppo FS e Fondazione FS Italiane, con la collaborazione del Ministero dell’istruzione e del merito, Ministero della cultura, Ministero della Difesa, Rai Teche, Istituto Luce, Istituto Regionale per la Cultura Istriana-Fiumana-Dalmata (IRCI), Rai Cultura e Rai Storia. Il convoglio storico, dal 10 al 27 febbraio, ha attraversato l’Italia, da nord a sud. In 4 vagoni del treno è stata allestita una mostra multimediale, aperta gratuitamente al pubblico, che ha ripercorso idealmente il viaggio compiuto dagli esuli istriani, fiumani e dalmati.     Trieste, Venezia, Milano, Torino, Genova, Ancona, Bologna, Parma, La Spezia, Firenze, Roma, Napoli e Taranto, queste le tappe della mostra, in ricordo di quelle donne e quegli uomini che dovettero abbandonare le loro città, le loro case, la loro terra per restare italiani.   Il percorso della mostra si snodava lungo quattro vagoni, più due vagoni adibiti all’ingresso e all’uscita dei visitatori. Le sezioni erano 4: Italianità (IMI Internati Militari Italiani), Esodo, Viaggio del dolore, Ricordi di una vita. In ogni stazione la mostra è stata aperta al numeroso pubblico.   La mostra itinerante: All’interno del Treno è stata allestita una mostra multimediale con le testimonianze della storia dell’esodo giuliano dalmata.     Proiezioni di filmati di repertorio (Archivio Istituto Luce e Rai Teche) e di video originali, fotografie e masserizie, fornite dall’Istituto Regionale per la Cultura Istriana-Fiumana-Dalmata (IRCI), hanno condotto il visitatore nel racconto immersivo degli avvenimenti legati all’esodo giuliano dalmata e alle altre vicende connesse con il confine orientale.   Articolo pubblicato sul periodico ANGET N1/2024 – Associazione Nazionale Genieri e Trasmettitori   www.anget.it

La mostra “Check Point Pasta, Mogadiscio 1993-2023” a Torino

Al Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito prosegue il tour della mostra “Mogadiscio – Somalia – Check Point Pasta 1993-2023”.   Il Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito ospita la quarta tappa della mostra fotografica “Check Point Pasta, Mogadiscio 1993-2023”, proveniente dall’Accademia Militare di Modena.   L’esposizione fotografica fornisce un quadro completo sulla situazione somala nel periodo 1992 – 1994 e sugli interventi Onu per tentare di fornire stabilità e sicurezza nell’area; in particolare, è focalizzata sugli avvenimenti che sfociarono nello scontro a fuoco presso il Check Point Pasta del 2 luglio 1993; ripercorrendo le missioni dell’Esercito dal dopoguerra ai giorni nostri, fornendo l’immagine di una Forza armata al servizio del Paese nonché impegnati nella difesa della pace e della sicurezza internazionale.   La mostra, curata dalla Fondazione Ente Editoriale per l’Esercito, intende pertanto commemorare, a trent’anni di distanza da quegli avvenimenti, i Caduti sottotenente Andrea Millevoi, sergente maggiore Stefano Paolicchi, caporale Pasquale Baccaro, insigniti di medaglia d’oro al valor militare, e ricordare i molti militari feriti e decorati, fra i quali il tenente colonnello ruolo d’onore Gianfranco Paglia, ferito proprio in occasione degli scontri di Mogadiscio e per tale motivo insignito della medaglia d’oro al valor militare.   Il taglio del nastro, effettuato dal comandante dell’istituto di formazione, generale di corpo d’armata Stefano Mannino, alla presenza del curatore della mostra, generale di brigata (ris.) Matteo Paesano e del tenente colonnello Gianfranco Paglia, è stato preceduto da una conferenza a favore dei giovani ufficiali frequentatori del 201° e 202° corso e rappresenta un tributo doveroso al sacrificio e impegno quotidiano dei nostri militari, ma è anche e soprattutto una manifestazione culturale dal grande valore sociale.

Dopo Roma e Milano, la Mostra fotografica fa tappa a Modena

Dopo il grande successo di questa estate presso la Sala delle Bandiere al Vittoriano di Roma, reiterato a Milano presso la Scuola militare Teulie’ di Milano, l’esposizione fotografica che commemora l’impegno dei militari dell’Esercito Italiano in Somalia nell’ambito della missione internazionale “IBIS” a trent’anni di distanza, è stata inaugurata nei giorni scorsi presso l’Accademia Militare, in occasione del 30° anniversario, la tappa modenese della mostra “Check Point Pasta, Mogadiscio 1993-2023” per commemorare i caduti – Caporale Pasquale Baccaro, il Sergente Maggiore Stefano Paolicchi e il Sottotenente Andrea Millevoi, insigniti di Medaglia d’Oro al Valor Militare e ricordare tutti i militari feriti e decorati, fra i quali il Tenente Colonnello Gianfranco Paglia – anch’egli decorato di Medaglia d’Oro al Valor Militare, testimoni dell’impegno dell’Esercito in Somalia a difesa della pace e della sicurezza internazionale.   Il taglio del nastro, effettuato dal comandante dell’Istituto, generale di divisione Davide Scalabrin, alla presenza dell’allora comandante del Contingente italiano in Somalia, generale di corpo d’armata (ris.) Bruno Loi, del curatore della mostra, generale di brigata (ris.) Matteo Paesano e del generale di brigata (ris.) Cristiano Maria Dechigi, insegnante di storia militare in Accademia, è stato seguito da un incontro con gli allievi ufficiali dell’Accademia sull’esperienza vissuta dall’Esercito nell’ambito della missione internazionale “IBIS”.   L’esposizione fotografica, allestita presso l’Istituto militare modenese, grazie ad approfondimenti esplicativi – fotografie, stampe e illustrazioni, fornisce un quadro completo sulla situazione somala nel periodo 1992-1994, sugli interventi posti in atto dall’ ONU per cercare di fornire stabilità e sicurezza nell’area ed è focalizzata sugli avvenimenti che sfociarono nello scontro a fuoco presso il check point “Pasta”, tracciando i lineamenti delle attività umanitarie svolte a favore della popolazione somala e ripercorrendo, inoltre, le missioni dell’Esercito dal dopoguerra ad oggi.   La mostra, con i volti e i luoghi più importanti, sarà visitabile fino al 10 marzo 2024 per poi essere nuovamente allestita presso il Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione di Torino. https://www.perseonews.it/2024/03/06/accademia-mostra-su-check-point-pasta-mogadiscio-1993-2023/